Pregnant Pauses - Metodo Feldenkrais e Gravidanza

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Diventare mamma è una esperienza unica ed irripetibile per ogni donna da preparare e curare nel modo migliore in ogni sua fase: quella che precede il parto (cioè la gravidanza con la necessità di tutti i suoi adattamenti continui), l'esperienza del parto e l'altrettanto delicato periodo successivo.

Pregnant Pauses è un approccio innovativo e unico al movimento per la donna in gravidanza che insegna a gestire il proprio corpo in modo efficace, comodo e sano. Non è un corso di preparazione al parto, ma un programma di sostegno alla donna in gravidanza organizzato in lezioni individuali.

Ciascuna lezione, costruita sui principi del Metodo Feldenkrais, è pensata per ottenere il migliore adattamento posturale ai cambiamenti che avvengono durante le varie fasi della gravidanza. 

Praticando a casa i movimenti piccoli, gentili e sicuri di cui si è fatta esperienza a lezione, per pochi minuti al giorno, sarà molto più facile rotolare per alzarsi dal letto, sedersi o alzarsi da una sedia, tenere in braccio il bambino e muoversi più comodamente. 

Il programma si affida all'intelligenza innata del sistema nervoso per riorganizzare una maggiormente efficace relazione tra il sistema muscolare e quello nervoso stesso. 

Molte delle lezioni sono state selezionate dopo anni di ricerca e applicazione dal Trainer del Metodo Feldenkrais Alan Questel. Sono state pensate per essere apprese nel periodo che va dal 4° al 6° mese di gravidanza per poi essere ripetute a casa. 

Sono particolarmente utili anche nel periodo successivo al parto per favorire il recupero delle energie e dallo stress nonché per sostenere eventuali problematiche scheletriche e motorie che nel periodo della gravidanza o con il parto potrebbero acutizzarsi.

Possono sostenere la donna, ed eventualmente la coppia, ad affrontare con maggiore consapevolezza il delicato e magico passaggio da donna a madre e da coppia a famiglia. I benefici del percorso possono essere:
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  • Stare più comoda nel proprio corpo durante la gravidanza e successivamente
  • Muoversi con maggiore facilità, dormire con maggior capacità di riposare, respirare più profondamente, avere meno dolore, avere più energia, conoscere meglio il pavimento pelvico
Grazie ai principi del Metodo Feldenkrais il supporto di queste lezioni aiuta la donna a trovare quella dimensione mentale e di ascolto da cui traggono beneficio la gravidanza, il parto e il periodo successivo.
E' un percorso divertente, facile e per tutte.

Il Metodo Feldenkrais permette di seguire la donna in tutte le fasi di trasformazione del proprio corpo mantenendo attive le capacità neuro-motorie di adattamento e fornendole un sostegno in questo momento particolare della sua vita. Andare incontro al parto senza subirlo passivamente, con la percezione dell'armonia del proprio corpo e la consapevolezza che le trasformazioni in atto sono funzionali all'evento naturale della nascita, aiuta la donna a partecipare e a vivere l'atto di partorire con maggior serenità e capacità di ascolto dei propri bisogni e di quelli del bambino.

Questo percorso può essere adattato ai bisogni della donna o della coppia, in modo che anche l'uomo possa essere partecipe e dare sostegno alla propria compagna con consapevolezza. 

La testimonianza di una allieva


'Il Metodo Feldenkrais, con i suoi principi di base, costituisce di per sé un 'corso di preparazione al parto'. 
La ricerca del piacere, la scoperta del movimento più funzionale al raggiungimento del proprio obiettivo, il rifiuto del dolore e della scomodità, la conoscenza del proprio corpo fermo e in movimento, la capacità di concentrarsi su un punto (anche il più recondito) del proprio corpo, la capacità di controllo della forza, del movimento, del respiro, dell’intenzione e della volontà, sono istinti che riemergono attraverso questo Metodo e si dimostrano necessari nel momento in cui si partorisce un figlio. Non si tratta di migliorare le proprie prestazioni fisiche per essere pronta a partorire, piuttosto di entrare in una dimensione mentale tale per cui il cervello asseconda questi istinti e lentamente trova la strada per raggiungere il proprio obiettivo. '

Cosa mi è “servito” per partorire:
  • conoscere il mio corpo per riconoscere prontamente (istintivamente) le parti chiamate in causa dagli operatori durante il travaglio e il parto
  • controllare il mio movimento soprattutto nella dimensione dell’impiego delle forze e della velocità impiegata
  • l’istinto di cercare la posizione meno dolorosa
  • concentrarmi su un punto preciso e ben circoscritto del mio corpo, per non disperdere energia e intenzione
  • rilassare, ruotare e aprire le anche: abbandonare completamente le gambe e concentrasi sulle anche, pensandole come attratte da due calamite a loro esterne e opposte tra loro
  • mobilità del bacino (“orologio pelvico”)
  • arrotondare la schiena
  • espirare continuativamente nel dolore (cioè durante la contrazione)
  • espirare lentissimamente durante lo sforzo (cioè durante la spinta)
  • riconoscere la differenza e la distanza tra vagina e retto: l’intenzione deve essere quella di spingere dall’ano lentamente e in modo continuo
Arianna Donati

Una Esperienza di coppia

Siamo una coppia che ha avuto un bambino a marzo. 

39 anni lui, 32 lei.

Non avevamo mai fatto Feldenkrais, tranne un seminario di due giorni, consigliati da un’amica che aveva fatto con Daniela un percorso nel periodo della gravidanza. Il seminario ci è piaciuto e abbiamo deciso di chiedere a Daniela di fare lo stesso percorso della nostra amica. Però in coppia, mentre la nostra amica l’aveva fatto da sola.

Eravamo abbastanza preoccupati del momento del parto. Io del dolore, della durata, della mia resistenza. Lui della propria capacità di stare lì, e anche di servire a qualcosa (è un maschio).
Il percorso è stato di dieci incontri settimanali di un’ora. 


Abbiamo lavorato soprattutto su due aspetti.
Il primo era la respirazione. La concentrazione sulla respirazione, sia come rilassamento che come coscienza del proprio corpo. Abbiamo respirato in posizioni diverse, cercando quelle che per noi erano più rilassanti, e mandando il respiro di volta in volta verso singole parti del corpo, per sentire come si muovevano. Abbiamo scoperto che la nostra spina dorsale fa un sacco di piccoli appena percettibili movimenti in tutte le direzioni, sinuosa.
Il secondo era la sintonia di coppia, con lui che supportava il  rilassamento di lei, sostenendola in certe posizioni o appoggiando leggerissimamente le mani sulla parte del corpo in cui lei doveva mandare il respiro, e aiutandola a sentirlo.

Il parto è andato molto bene, è stato breve (quattro ore) e ce lo ricordiamo come una bellissima esperienza.
Di questo dobbiamo ringraziare molte cose. Da un’ostetrica meravigliosa che sembrava Mary Poppins, all’anestesia nuova che fanno a Careggi. E anche ovviamente la fortuna. E ringraziamo soprattutto il Feldenkrais.


In particolare per questi motivi:
La capacità di gestire il respiro, mandandolo dove serve e mantenendolo costante, anche aiutandosi con i vocalizzi, che lo rendono stabile. Il respiro, in una situazione di tensione, è la prima cosa che salta, e saltando il respiro sballa l’ossigenazione, i muscoli si contraggono, ti stanchi come una bestia e ostacoli la dilatazione. Respirare bene è una tecnica di risparmio energetico. E di energie ne servono tante.
La consapevolezza del corpo. Il capire ad esempio quando le spalle sono distese e quando vanno distese, e qual è la loro posizione preferita, cosa gli succede quando respiri e come questo ti può aiutare a distenderle.
L’individuazione di una posizione di rilassamento. Ognuno ha la sua. C’è chi travaglia in piedi, chi supina, chi carponi, chi di fianco. Di solito, durante il travaglio, le posizioni le provi un po’ tutte. Se lo sai prima qual è la tua preferita e hai imparato ad usarla questo ti aiuta.
La sintonia di coppia. Soprattutto la tecnica delle “mani che riposano”, avvicinate quasi più che appoggiate ad una parte del corpo, per aiutare la coscienza del respiro in quella zona, trasmettendo calore e rilassamento.

Il Feldenkrais ci ha aiutato ad affrontare il momento del parto, che ci spaventava molto, con una serie di strumenti a disposizione. Ma soprattutto con la coscienza che stavamo andando a fare qualcosa, e non a subirla. E che stavamo andando in due.

Viola e Daniele

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